Caratteristiche della costa

La costa emiliano-romagnola, costituita prevalentemente da una spiaggia quasi continua, è estesa circa 135 km di cui 108 km sono adibiti alla balneazione. È una costa bassa e sabbiosa, ampia da pochi metri ad oltre 200 m, compresa tra la foce del Torrente Tavollo, tra Cattolica e Gabicce, e la foce del Po di Goro. Alle spalle del sistema litoraneo si trovano, a nord, vasti territori bonificati, con quote inferiori al livello del mare, occupati in parte da aree umide di elevata rilevanza naturalistica appartenenti al Parco Regionale del Delta del Po ed alla Riserva Naturale dello Stato “Duna costiera ravennate e foce torrente Bevano”. Una maggiore antropizzazione caratterizza invece la parte più a sud.
Nel suo complesso è  un ambiente dinamico il cui equilibrio, oggi compromesso dall’uso intensivo del territorio, dipende dall’interazione tra fattori naturali, quali la variazione del livello del mare, le condizioni meteo-marine, gli apporti sedimentari fluviali, la subsidenza, e fattori antropici.  L’estesa urbanizzazione, la presenza di opere costiere (moli, barriere e pennelli), lo sviluppo intensivo dell’agricoltura da un lato e la diminuzione dell’apporto di sedimento da parte dei fiumi,   l’aumento dei tassi di subsidenza dall'altro hanno fortemente accentuato la vulnerabilità della costa emiliano-romagnola che è attualmente soggetta ad estesi processi erosivi.
La spiaggia, infatti, è il risultato dell´interazione tra il trasporto di sabbia da parte dei fiumi e l'azione del moto ondoso e delle correnti marine che ridistribuiscono il sedimento lungo il litorale. A questo già delicato equilibrio naturale si è sovrapposto l´intervento dell´uomo che ha irrigidito l'evoluzione dei litorali costruendo insediamenti e strutture turistico-balneari, porti, moli e opere di difesa (scogliere e pennelli) tutti insistenti sulla sottile fascia costiera o subito a ridosso di questa.
Si evince da questo quadro come la protezione della costa sia una priorità nelle strategie di difesa del nostro territorio.
La parte più settentrionale della costa dell'Emilia-Romagna ha un assetto tipicamente planiziale, caratterizzato ad est dalla transizione tra l’ambiente continentale e quello marino e dalla presenza del delta del fiume Po. Il tipico litorale, caratterizzato da spiagge, dune e ambiente retrodunale, è stato profondamente modificato prima dall’agricoltura poi dallo sviluppo del turismo e dall’espansione urbanistica: i cordoni dunosi sono stati spianati e lunghi tratti di spiaggia cementificati.
 e del fiume Reno, la cui foce è in territorio ravennate.
Il comune di Goro ha una linea di costa di circa 19 km dei quali soltanto 7 km sono adibiti alla balneazione, mentre i restanti 12 km fanno parte della Sacca di Goro che, destinata alla molluschicoltura, è permanentemente vietata alla balneazione.  Le acque costiere risentono degli apporti delle acque del Po di Goro, che a nord delimita il territorio regionale, del Po di Volano, che origina a monte della città di Ferrara dal canale Burana, del canale Giralda e del canal Bianco.    
Il territorio costiero del comune di Comacchio si estende per 23,5 km, dei quali 2,2 km, costituiti da  una piccola porzione della Sacca di Goro e, più a sud,  dal porto canale di Porto Garibaldi, sono permanentemente interdetti alla balneazione. Nei fondali compresi tra il Delta del Po e il Lido di Pomposa oltre i 2 m di profondità si riscontra la minor granulometria media delle sabbie: la zona  risente degli arrivi consistenti di materiale fine, per lo più fangoso, portato dal Delta del Po. Da Porto Garibaldi a Lido di Spina l´influenza del Po è molto attenuata e, andando verso il largo, il diametro medio delle sabbie si mantiene su valori relativamente più alti.
Gli unici corsi d'acqua, che raggiungono la costa del Comune di Comacchio sono il Canale Navigabile (porto canale di Porto Garibaldi) ed il Canale Logonovo; la foce di quest'ultimo è soggetta a periodiche ostruzioni ed insabbiamenti per effetto delle mareggiate.
La zona costiera dei due comuni è occupata quasi interamente dal "Parco Regionale del Delta del Po". Il Parco, che si estende per 53.653 ettari comprendendo anche territori dei comuni di Ravenna, Alfonsine  e Cervia, è considerato tra le aree più ricche di biodiversità.
Dei circa 38 km di costa del comune di Ravenna, solo 28 km sono controllati ai fini della balneazione; la parte rimanente, permanentemente vietata alla balneazione, è costituita da foci di fiume (canale Bellocchio, canale Destra Reno, fiumi Bevano, Lamone, Savio e fiumi Uniti) per 3,3 km, da strutture del porto canale di Ravenna per 1,2 km, e dall'area del poligono di tiro della Marina Militare Italiana nei pressi della foce del fiume Reno per 5,2 km. 
In tale porzione di territorio costiero, barriere frangiflutti sono presenti solo ai lati della foce del fiume Savio, per un'estensione di circa 1 km verso Nord e 2 km verso Sud.
Il comune di Cervia ha una costa lunga circa 9 km, controllata ai fini della balneazione nella quasi sua interezza: sono permanentemente vietati solo i 22 m della foce scolo Cupa e i 211 m del porto canale di Cervia.
La maggior parte del litorale di questi due ultimi comuni, il cui entroterra ha destinazione prevalentamente agricola, fa parte del "Parco del Delta del Po" ed il territorio è caratterizzato da lunghe ed ampie fasce pinetate, a tutela integrale, parziale, od inserite in un contesto di urbanizzazione residenziale turistica a densità insediativa decisamente bassa; s'incontrano il biotopo di Punte Alberete, la Valle Mandriole, le lagune costiere denominate Piallasse, altre pinete e zone umide a tutela ambientale più o meno stretta (Bardello, Ortazzo  e Ortazzino) e le saline di Cervia.   Le acque di mare a nord e sud della foce del torrente Bevano sono inserite nel programma regionale di monitoraggio delle acque di balneazione, ma sono assoggettate a una regolamentazione che prevede, fra l'altro, una limitazione all'accesso e alla balneabilità nei periodi 1 aprile 15 luglio. 
La parte più meridionale del litorale regionale ha la configurazione tipica di un territorio fortemente antropizzato. Diversi sono i processi naturali ed antropici, a scala di bacino e a scala locale, che incidono sulla fascia costiera meridionale della regione rendendola vulnerabile. Alle cause di vulnerabilità comuni all'intero territorio costiero regionale,  quali la bassa profondità del fondale marino e la limitata circolazione dell’Adriatico, l’influenza degli apporti del fiume Po e la quantità e qualità degli apporti fluviali locali, si aggiungono, in misura più accentuate che al nord, le pressioni antropiche legate all'intensa urbanizzazione e allo sfruttamento turistico del territorio.
Lungo la linea di costa si susseguono numerose opere ingegneristiche, quali moli, porti, darsene, costruiti nel corso degli anni di intenso sviluppo socio-economico che, associate ad una rapida urbanizzazione e ad un crescente utilizzo delle acque interne, hanno portato, fra l'altro, a profonde modifiche del sistema deposizionale marino-costiero, fino alla comparsa di fenomeni erosivi.  
Per contrastare il fenomeno si è ricorso alla realizzazione di  barriere frangiflutti per la protezione della spiaggia.   
Nel tratto di mare che si estende dal molo sud del porto canale di Cesenatico fino al molo nord del porto canale di Rimini (comprendente i comuni di Savignano sul Rubicone, Gatteo, S. Mauro P., Bellaria I.M., Rimini) sono posizionate scogliere frangiflutti in direzione parallela alla costa. Le scogliere sono assenti nella spiaggia di Rimini, a sud del porto canale. Limitatamente al tratto di mare antistante la costa del comune di Riccione, a ridosso del confine con Misano Adriatico, sono situate barriere antierosione in posizione sommersa. Le scogliere emerse ricompaiono poi nel mare antistante il litorale di Misano Adriatico, in posizione perpendicolare rispetto alla linea di costa, e di Cattolica. Tali barriere artificiali, realizzate a protezione della spiaggia con l´intento di contrastare l´erosione della costa, sono però da ostacolo al flusso naturale delle correnti che garantirebbero un migliore rimescolamento delle acque.
Il litorale compreso fra Cesenatico e Cattolica, caratterizzato da un arenile sabbioso che degrada lentamente verso un fondo marino di basse profondità, è quasi interamente attrezzato per la fruizione turistica con la disponibilità di lettini, ombrelloni, bar, varie strutture ricreative, per la ristorazione e ludiche; solo piccoli tratti sono adibiti a spiaggia libera coperti dal servizio di salvamento durante l´attività balneare.
Il comune di Cesenatico è caratterizzato da una costa di 7,2 km interamente adibiti alla balneazione ad eccezione dei 55 m del porto canale di Cesenatico permanetemente vietati.
I comuni di GatteoSavignano sul Rubicone e San Mauro Pascoli hanno una linea di costa molto limitata pari rispettivamente a 785 m, 241 m e 723 m.  La foce del fiume Rubicone, che segna il confine fra Gatteo e Savignano sul Rubicone è interdetta alla balneazione (circa 112 m di litorale). 
Il comune di Bellaria Igea Marina è caratterizzato da una lunghezza di costa di 6,8 km, dei quali solo 121 m sono interdetti permanentemente alla balneazione, per la presenza del porto canale. 
Il comune di Rimini ha una costa lunga 16,2 km, dei quali risultano permanentemente vietati alla balneazione i 226 m della foce del fiume Marecchia e i 454 m del porto canale di Rimini. 
Dei 6,3 km di costa del comune di Riccione 124 m sono vietati alla foce del torrente Marano, e 109 m sul porto canale.
Il comune di Misano Adriatico ha 3,3 km di litorale in cui la balneabilità si interrompe in corrispondenza dell'imboccatura portuale di Portoverde per 40 m, e della foce del fiume Conca per 184 m.
Nel comune di Cattolica i 2,8 km di spiaggia sono balneabili con esclusione dei 127 m della foce del torrente Ventena e dei 156 m del porto canale permanentemente vietati.
ultima modifica 2021-11-21T22:06:02+01:00