Le gelate tardive in Emilia-Romagna, due periodi climatici a confronto: 1991-2020 rispetto al 1961-1990

Nel contesto di un generale aumento delle temperature anche invernali, l’aumento della variabilità climatica connessa al clima recente (1991-2020) è responsabile di una maggiore presenza di eventi di gelo tardivo nei periodi compresi tra l’ultima decade di marzo e la prima decade di aprile. La combinazione tra inverno più mite e più ritorni di freddo espone quindi le colture a maggiori rischi di danni da gelata tardiva.

application/pdf Gelate tardive_RER_tendenza1961_2020.pdf — 2435 KB

L’inverno appena trascorso, 2019-2020, è stato per la nostra regione, assieme al 2007, il più caldo degli ultimi sessant’anni. Gli inverni miti sono una conseguenza del riscaldamento globale e portano ad un risveglio vegetativo anticipato, con fasi fenologiche più precoci e maggiormente sensibili ai ritorni di freddo primaverili. In primavera, la discesa della temperatura sotto lo zero può provocare il congelamento dell’acqua all’interno delle cellule o negli spazi intracellulari degli organi riproduttivi delle piante, producendo rotture delle membrane e disidratazione dei tessuti. Il verificarsi e l’ammontare dei danni dipendono dalla sensibilità propria della specie e della cultivar al momento della gelata, che a sua volta è funzione della fase di sviluppo, e dalla durata del periodo trascorso al di sotto della temperatura critica.

ultima modifica 2021-11-21T22:14:28+02:00
Hanno contribuito: wpratizzoli, vpavan, vmarletto