Discarica Finale Emilia, la valutazione delle acque sotterranee

Gli esiti del lavoro tecnico di Arpae
(31/3/2023)

È giunto a conclusione lo studio condotto dal Gruppo di lavoro di Arpae che, nell’ambito dei procedimenti amministrativi avviati in esecuzione della Parte Quarta, Titolo V del Testo unico sull’Ambiente (D.lgs. 152/2006) in materia di bonifica di siti inquinati, ha effettuato un’ampia disamina dei dati e delle indagini specifiche disponibili ad oggi riguardo all’area della discarica di rifiuti non pericolosi di Feronia (costituita da due corpi denominati Feronia 0 e Feronia 1) situata nel comune di Finale Emilia (MO).

Il lavoro, presentato nell’ambito delle Conferenze dei servizi, ha avuto l’obiettivo di stabilire se i superamenti delle concentrazioni soglia di contaminazione (Csc) riscontrati nei monitoraggi delle acque sotterranee per alcuni parametri fossero riconducibili alla discarica Feronia o invece determinati dalle caratteristiche naturali e antropiche dell'area

Studi di questo tipo vengono condotti nei siti potenzialmente contaminati in aree dove risultano complesse le caratteristiche geologiche e idrogeologiche.

Le analisi svolte nell’area della discarica

Il rapporto elaborato da Arpae analizza nel dettaglio il contesto geologico in cui insiste l’impianto, le caratteristiche dei sistemi idrici (superficiale 5-7 m  e confinato 7- 9 m dal piano campagna) e le loro interazioni con il sottosuolo, mettendo a sistema gli esiti delle indagini e dei monitoraggi condotti dal gestore della discarica e da Arpae. 

Il quadro che emerge dalla verifiche complessivamente svolte indica che attualmente non vi sono evidenze di una contaminazione delle acque sotterranee riconducibile a perdite di percolato, escludendo pertanto che le caratteristiche chimiche delle acque sotterranee superficiali e profonde siano determinate dalle attività della discarica

In particolare: 

  • le analisi chimiche delle acque sotterranee derivanti dal monitoraggio del sito, non evidenziano la presenza dei traccianti di contaminazione individuati in base alla composizione chimica del percolato prodotto dalla discarica;
  • l’analisi statistica fattoriale, svolta per individuare le componenti naturali e antropiche che incidono sui parametri selezionati (16, tra cui diversi metalli), ha evidenziato che i processi in atto nell’area circostante l’impianto di discarica, correlabili in particolare a componenti naturali e antropiche presenti nell’area in esame, non sono riconducibili alla presenza e alle attività connesse alla gestione della discarica
  • le indagini isotopiche, che si basano sulla valutazione del contenuto degli isotopi ossigeno e deuterio (isotopi stabili costituenti fondamentali della molecola d’acqua) presenti con significative differenze fra acque aventi origini diverse, evidenziano che le  acque sotterranee monitorate nei piezometri a controllo della discarica sono confrontabili con le  acque meteoriche non contaminate, senza rilevare quindi l’arricchimento di deuterio che è invece tipico del percolato e che ne costituisce quindi un tracciante utile a determinare stati di contaminazione;
  • le analisi geofisiche, valutate anche con il contributo tecnico-scientifico dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e finalizzate a verificare la tenuta del fondo delle discariche, portano a ritenere che non vi sia propagazione di percolato al di sotto del corpo di discarica;
  • la presenza di una barriera idraulica intorno alle due discariche garantisce la totale separazione delle acque sotterranee più superficiali presenti nell’intorno delle discariche rispetto a quelle presenti nelle aree esterne al diaframma stesso.

Csc e valori di fondo 

Le concentrazioni soglia di contaminazione (Csc) indicano i livelli normativi di contaminazione delle matrici ambientali (acqua, suolo ecc.) al di sopra dei quali è necessaria la caratterizzazione del sito finalizzata a valutare il rischio per l’ambiente e per la salute. La normativa ambientale (con le modifiche nel tempo apportate al Testo unico ambientale) prevede che in un’area interessata da fenomeni naturali o antropici in cui i livelli di concentrazione di contaminanti riscontrati siano riconducibili a valori di fondo (cioè valori che caratterizzano le matrici ambientali nell’area di interesse) questi ultimi sostituiscano le Csc e diventino quindi i nuovi livelli da rispettare. In questo caso, se non vi sono superamenti dei valori di fondo, il sito non risulta contaminato quindi non occorre procedere con la caratterizzazione del sito e l'analisi di rischio sito specifica.

Il monitoraggio delle acque sotterranee, svolto attraverso 32 piezometri perforati in diversi periodi, a diversa distanza dagli impianti di discarica e a diverse profondità, ha evidenziato il superamento di Csc in diversi piezometri, per un totale di 1554 superamenti su 10 diversi parametri (ferro, manganese, arsenico, nichel, solfati, boro, antimonio, piombo, triclorometano e nitriti).

Tutte le analisi effettuate hanno messo in luce che i superamenti registrati rispetto alle Csc sono in buona parte da ricondurre alla complessa situazione idrogeologica dell’area, determinata anche dalla presenza nel primo sottosuolo di torbe, che rivestono un ruolo importante nella geochimica delle acque sotterranee dell’area indagata. In sintesi, la quasi totalità delle sostanze chimiche presenti nelle acque sotterranee coincide con ciò che sarebbe normalmente presente nell’area anche in assenza di attività umane.

Il territorio intorno all'impianto è stato utilizzato nel tempo ed è tuttora interessato da altre attività antropiche che possono avere influenzato direttamente la qualità e la composizione chimica delle acque sotterranee più superficiali. L’attribuzione della presenza di inquinanti non ascrivibili al fondo naturale bensì ad “altre attività antropiche” deriva dall’evidenza dei risultati degli studi effettuati sull’area di discarica, sopra descritti, che escludono allo stato attuale ogni possibile influenza della stessa sulla contaminazione delle acque.  

L’esclusione dell’interferenza della discarica sulle acque sotterranee ha permesso  di assumere le concentrazioni di alcune sostanze chimiche come valori di fondo.

In base ai risultati del monitoraggio e delle analisi specifiche svolte, è stato quindi aggiornato il calcolo dei valori di fondo, utilizzando i dati disponibili di monitoraggio delle acque sotterranee, svolto dal 2019 al 2022 per il sistema idrico superficiale e dal 2014 al 2022 per il sistema idrico confinato.

Per questo aggiornamento è stata applicata la metodologia condivisa a livello nazionale dal Sistema nazionale di protezione dell’ambiente (Linee guida Snpa 8/2018). 

A seguito della definizione dei valori di fondo da parte di Arpae, degli iniziali 1554 superamenti, restano solo 7 superamenti sporadici che sono stati rilevati in un solo piezometro esterno al perimetro del sito e che non risultano comunque correlabili con la presenza della discarica e con un’eventuale contaminazione da percolato. Per questi  saranno previsti ulteriori specifici approfondimenti.

ultima modifica 2023-03-31T20:30:19+02:00