Al via il Piano d’azione per l’economia circolare 2020

Adottato l’11 marzo scorso dalla Commissione europea. Obiettivo: un’Europa più pulita e competitiva
(16/3/2020)

 L´11 marzo scorso, con la Comunicazione COM (2020) 98, la Commissione europea ha attuato uno dei principali elementi costitutivi il Green Deal europeo, la nuova agenda europea per lo sviluppo sostenibile.

Il nuovo Piano d’azione per l’economia circolare, che prende le mosse dal precedente del 2015 e da quanto fatto ad oggi, mira a rafforzare la competitività dell’economia e a renderla più adatta a un futuro verde, proteggendo al tempo stesso l´ambiente e dando nuovi diritti ai consumatori. Per fare ciò, prevede misure che riguardano l´intero ciclo di vita dei prodotti con l´obiettivo di garantire che le risorse utilizzate siano mantenute il più a lungo possibile; include inoltre regole per progettare  prodotti costituiti da una maggior quantità di materiale  riciclato, più facili da riutilizzare, riparare e riciclare e che durino più a lungo.

A tutela dei consumatori, il nuovo Piano prevede azioni contro l’obsolescenza programmata e l’accesso a informazioni affidabili sulla durata e riparabilità dei prodotti, introducendo un vero “diritto alla riparazione”.

Il piano si concentra poi sui settori che utilizzano più risorse e che hanno un potenziale di circolarità elevato e su quelli la Commissione avvierà una serie di azioni concrete: elettronica e ITC, batterie e veicoli, imballaggi, plastica, tessili, edilizia e alimenti. In particolare, viene richiamato che la revisione della direttiva sulla progettazione ecocompatibile e gli ulteriori lavori su gruppi di prodotti specifici, sia in tema di progettazione ecocompatibile, sia nel contesto di altri strumenti, si baseranno, su criteri e regole stabiliti nell´ambito del regolamento sul marchio Ecolabel Ue, del metodo dell´impronta ambientale dei prodotti e dei criteri dell´UE per gli appalti pubblici verdi.

Inoltre, per sfruttare il potenziale degli acquisti pubblici, che a livello europeo rappresentano il 14% del PIL, la Commissione (a partire dal 2021) proporrà criteri e obiettivi minimi obbligatori in materia di appalti pubblici verdi (GPP) nella legislazione settoriale, introdurrà gradualmente un obbligo di comunicazione per monitorare il ricorso agli appalti pubblici verdi (GPP) e continuerà a fornire orientamenti e favorire le attività di formazione e la diffusione di buone pratiche in materia.

Infine, la Commissione esplorerà la definizione di un modello armonizzato a livello di Unione europea per la raccolta differenziata dei rifiuti e per l'etichettatura. Il piano propone inoltre una serie di azioni per ridurre al minimo le esportazioni di rifiuti dell'Ue e per affrontare le spedizioni illegali.

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ultima modifica 2022-07-15T14:34:03+01:00