Dal 2/08/2020 entreranno in vigore nuove regole per gli appalti verdi - gestione verde pubblico e ristorazione collettiva - approvate con due Dm 10/03/2020
(25/06/20)
Il primo decreto 10 marzo ha rivisto i criteri ambientali minimi, relativi all´affidamento dei servizi di progettazione, manutenzione e gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde.
I criteri promuovono il compostaggio, l´impiego di sistemi che garantiscano l´efficienza degli impianti di irrigazione, l´utilizzo di fonti di energia rinnovabile per il riscaldamento delle serre, l´incentivo alla produzione biologica.
Alle stazioni appaltanti sono imposti strumenti di gestione del verde pubblico quali il censimento del verde (con tempistiche differenziate a seconda delle dimensioni del Comune), il piano del verde, il regolamento del verde pubblico e privato, il bilancio arboreo.
Vengono definite anche specifiche tecniche sulle caratteristiche delle specie vegetali e sono previste pratiche a basso impatto ambientale per la fornitura di prodotti per la cura del verde e per i trattamenti per la cura delle piante (lotta biologica e difesa integrata).
Tra i criteri premianti quelli relativi all’educazione ambientale per le scuole del territorio, l’impiego, per almeno una percentuale minima stabilita dalla stazione appaltante, di personale dipendente formato e appartenente alle categorie di lavoratori svantaggiati (criterio sociale), l´utilizzo di macchine ed attrezzature a basso impatto ambientale, l´uso esclusivo di metodi fisico-meccanici per la cura delle piante, il miglioramento del censimento, la valorizzazione e la gestione del materiale residuale. Infine viene valorizzato anche l´offerente che abbia implementato un sistema di gestione ambientale, secondo la norma UNI EN ISO 14001, o che sia in possesso della registrazione Emas, in base al regolamento CE 1221/2009.
Il secondo decreto 10 marzo 2020 riguarda Criteri ambientali minimi per il servizio di ristorazione collettiva e fornitura di derrate alimentari e, dal 2 agosto 2020, sostituisce il Dm 25 luglio 2011.
Il servizio di ristorazione è articolato in riferimento a 3 settori: ristorazione scolastica; ristorazione per gli uffici, le università e le caserme; ristorazione per le strutture ospedaliere, assistenziali, socio-sanitarie e detentive.
Per ciascun settore vengono individuate clausole contrattuali, specifiche tecniche e criteri premianti differenziati; alcuni fattori comuni sono:
sostenere modelli produttivi agricoli e di allevamento migliori sotto il profilo ambientale, come ad esempio quello biologico e da difesa integrata,
privilegiare la scelta di prodotti a km zero o filiera corta (riducendo l’impatto del trasporto merci e di premiando i produttori locali),
salvaguardare la biodiversità delle specie ittiche,
prevenire la produzione dei rifiuti e di altri impatti lungo il ciclo di vita del servizio, attraverso la previsione dell’uso delle stoviglie riutilizzabili e ove possibile, attraverso la riduzione del ricorso a prodotti prelavorati, alle monodosi e ai prodotti con imballaggi non riciclabili;
ridurre lo spreco alimentare
limitare i consumi energetici e le emissioni di gas climalteranti
Tra le clausole contrattuali (obbligatorie ai sensi dell’art. 34 del DLgs 50/2016 e smi) e nei criteri premianti sono previste varie azioni di comunicazione sulla qualificazione ambientale dei prodotti offerti anche per contribuire ad accrescere la cultura a riguardo.