Ricerca-Formazione La Scuola in natura

Nel 2010 nasce il progetto ‘La scuola nel bosco’, finanziato dal Programma Infeas di allora e condotto da tre Centri della rete regionale, Villa Ghigi in primis, insieme al Centro San Teodoro di Monteveglio, al CDP di Casalecchio di Reno e al Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna che, con il gruppo di ricerca coordinato dalla prof.ssa Schenetti, ha condiviso e accompagnato il percorso arricchendolo con lo sguardo della ricerca empirica.

In questi dieci anni la contaminazione all’interno della rete dei Ceas ha permesso di fornire ai diversi territori della regione una strada che rispondesse alla necessità sempre più crescente, già prima della pandemia, di interrogarsi sul rapporto tra infanzia e natura e di intervenire per favorirlo nella maniera più diretta e spontanea. Dalla ‘Scuola nel bosco’, anno dopo anno, i Ceas coinvolti, dal 2018, nell’attuale progetto della ‘Scuola in natura’ (coordinato dal CTR Educazione alla sostenibilità di Arpae e ancora una volta sostenuto dallo stesso gruppo di ricerca universitario) sono 19, distribuiti da Piacenza a Rimini.

Il progetto si sviluppa oggi come Ricerca-formazione che coinvolge gli educatori dei Ceas, insieme ad alcuni coordinatori pedagogici volta ad individuare contenuti, metodologie e strumenti per attivare, a cascata, percorsi di formazione contestualizzati che coinvolgono insegnanti, bambini, personale scolastico senza dimenticare il raccordo con le figure chiave di ciascun territorio: pediatri, psicologi scolastici e di comunità, pedagogisti, funzionari e tecnici comunali, genitori e famiglie di cittadini. Il ‘centro’ del progetto sta nell’idea condivisa che le competenze degli adulti, pur con linguaggi e lenti diverse, siano utilizzate per stimolare i bambini, sollecitare i cervelli, i sensi, i cuori facendo viver loro l’esperienza in natura senza sovrapporsi e senza condizionarli, assecondando la loro curiosità, lasciandoli fare, senza prescrivere o intervenire e soprattutto rispettando i loro tempi. In questo senso lavorare sulle competenze professionali degli educatori ambientali, pensarle in relazione con servizi educativi e scuola ha il valore di permettere loro di affinare competenze educative da mettere al servizio di raffinate conoscenze ecologiche e naturalistiche. Fin dall’inizio due sono stati (e sono) i semi su cui si è lavorato (e si lavora): quello della possibilità e quello della scelta.

Possibilità e scelta sperimentate:

  • negli incontri in cui, territorio per territorio, educatori e funzionari comunali dei Ceas insieme a pediatri, psicologi scolastici e di comunità hanno coinvolto i cittadini nel confrontarsi sul ruolo che una profonda relazione con la natura ha nello sviluppo psico-fisico e sociale di ognuno;
  • nelle giornate in cui gruppi di famiglie insieme agli educatori si sono riappropriate di uno stare insieme in natura, pur in un momento di isolamento forzato dato dalla pandemia;
  • nella formazione con tanti gruppi di insegnanti e nelle contemporanee sperimentazioni di diverse di loro che, con il supporto e il coinvolgimento di genitori e personale ausiliario, hanno passato intere settimane di scuola in natura (nei giardini scolastici, in parchi e aree naturali del proprio territorio);
  • nel ripensare i giardini scolastici partendo dall’osservare i bambini liberi di viverlo e accorgersi di quanto si trasformino e possano offrire spazi senza limiti, divenire luoghi sempre più conosciuti e via via meno insidiosi, dove anche l’ansia del mancato spazio di controllo scema pian piano e di come si sviluppi una crescente attenzione e consapevolezza nei confronti di quanto avviene all’aperto.

Il programma di ricerca coordinato dal Dipartimento di Scienze dell'Educazione dell'Università di Bologna (gruppo di ricerca coordinato dalla prof.ssa Schenetti) in collaborazione con il CTR Educazione alla Sostenibilità di Arpae, ha l'obiettivo di supportare il progetto di outdoor education “La scuola in natura” realizzato dai Ceas in attuazione del Programma Triennale INFEAS 2020-2022.

Avvalendosi anche dei dati emersi dalle attività realizzate nelle annualità precedenti, vuole definire e individuare in modo sistematico l’oggetto, le metodologie, gli strumenti di analisi e le modalità di report delle esperienze messe in campo nell’ambito del progetto, avendo particolare attenzione all’impatto sui diversi interlocutori.

Le attività e gli strumenti della ricerca sono condivisi attraverso project work con i Ceas coinvolti per condividere strumenti, metodi, tecniche, trucchi, stili, teorie, approcci, prospettive e linguaggi, in altre parole, condividere il modo di ‘fare le cose’. Si tratta di un terreno comune in continua evoluzione costituito da problematiche e soluzioni via via diverse: attraverso la pratica si elaborano significati comuni, si sostengono processi di apprendimento individuali e collettivi e l’apprendimento viene riconosciuto come un processo di natura attiva, caratterizzato dalla partecipazione e dal coinvolgimento all’interno di un determinato contesto d’azione nel quale ci si trova ad operare. 

Tutte le fasi della ricerca sono incentrati sulle competenze mediante un approccio sia di carattere metodologico che operativo e prevedono un’applicazione diretta nello sviluppo del progetto.

  • Registrazione delle rappresentazioni dei genitori e delle insegnanti sulle pratiche innovative proposte;
  • Raccolta dei vissuti e le rappresentazioni dei soggetti coinvolti nelle esperienze di didattica in natura;
  • Monitoraggio dell'impatto di tali esperienze nei confronti delle competenze educative trasversali.

Per approfondire

ultima modifica 2023-05-04T20:30:09+02:00