Le acque superficiali

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La stato di salute  (visualizza la legendadei fiumi e dei laghi della nostra regione viene descritto attraverso due indici:

  • lo stato ecologico: riassume in modo sintetico la qualità della struttura e del funzionamento degli ecosistemi acquatici. Alla sua definizione concorrono elementi biologici, idromorfologici, fisico-chimici e chimici; ha 5 classi di valutazione (cattivo, scarso, sufficiente, buono, elevato);
  • lo stato chimico: riassume in modo sintetico il grado di contaminazione chimica dei corsi d’acqua rispetto alle sostanze considerate prioritarie a livello europeo (fitofarmaci, metalli, ecc.); ha due classi di valutazione (buono, non buono).

Il monitoraggio delle acque superficiali in Emilia-Romagna è svolto attraverso la rete regionale, composta da 272 stazioni di misura per i corsi d’acqua, 5 stazioni per i grandi invasi (Molato, Mignano, Suviana, Brasimone e Ridracoli) e 168 idrometri (che misurano i livelli idrometrici dei corsi d’acqua).

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Lo schema DPSIR ci illustra come l’attività antropica, in tutti i suoi principali settori, sia causa di  pressioni sulle acque superficiali, con conseguenze (stato) in termini sia di qualità (stato ecologico e chimico), sia di quantità (portate dei fiumi).
Su quest’ultimo aspetto incidono poi sia i prelievi necessari per le attività umane, sia le condizioni climatiche: portate e livelli di corsi d’acqua e invasi risentono dell’andamento delle precipitazioni. Gli impatti ricadono sia sulla popolazione, sia sugli ecosistemi fluviali e lacustri.

I monitoraggi della rete di Arpae forniscono dati utili per elaborare risposte adeguate in tutte le diverse fasi del ciclo, dall’azione diretta sui determinanti antropici a quella di mitigazione degli impatti finali.


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